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Monitoraggio retail: luci e ombre del mercato dell’energia

Dal Monitoraggio Retail del mercato dell’energia pubblicato da ARERA emergono numeri sorprendenti: una quantità esorbitante di operatori sul mercato libero, eppure un terzo delle famiglie continua ad avvalersi della Tariffa del Servizio di Maggior Tutela.

Lo scorso 19 ottobre ARERA, l’Autorità regolatoria del mercato dell’energia, ha pubblicato un documento intitolato Monitoraggio Retail[1], una panoramica sullo stato del mercato dell’energia relativo all’anno 2021, che include anche alcuni dati relativi ai primi mesi del 2022. Il documento è ricchissimo di numeri e grafici su tutto il mercato, anche quello industriale. Noi ci soffermeremo su alcuni di questi dati, relativi ai cosiddetti utenti domestici, cioè ai consumi e ai costi energetici delle famiglie.

 

Il numero di operatori

Quanti sono secondo voi gli operatori sul mercato dell’energia? Provate a sparare un numero? … Guardate i GRAFICI 1 e 2 e chissà se avete indovinato … scommettiamo che sono in pochi a farlo … Dubito che siano in molti a poter enumerare il nome di più di 10 operatori. Ebbene, sono quasi 600 per l’energia elettrica e oltre 500 per il gas! Sono addirittura nell’ordine delle centinaia gli operatori che propongono la propria offerta su tutto il territorio nazionale…

Numero di operatori nel mercato libero dell'energia elettrica
GRAFICO 1: Numero di operatori nel mercato dell’energia elettrica (Fonte: Monitoraggio Retail 2022, ARERA)

 

Numero di operatori nel mercato libero del gas
GRAFICO 2: Numero di operatori nel mercato libero del gas (Fonte: Monitoraggio Retail 2022, ARERA)

 

 

La distribuzione del mercato tra maggior tutela e libero mercato

I GRAFICI 3 e 4, invece, (il primo relativo all’energia elettrica, l’altro al gas) mostrano la crescita nel tempo del numero di utenti che sono passati al mercato libero, rispetto a quelli che ancora sottoscrivono la Tariffa del Servizio di Maggior Tutela. Il mercato libero è ormai prevalente rispetto alla Maggior Tutela, che tuttavia, a distanza di 15 anni, considerato che doveva essere una soluzione temporanea, continua ad essere adottata da un terzo delle famiglie italiane … non si tratta proprio di numeri piccoli, sono sempre milioni di famiglie che preferiscono stare fuori dal mercato libero.

Questo dato non è un segnale di salute del mercato libero.

Numero di utenze di clienti domestici nel mercato libero e nella tutela dell'energia elettrica
GRAFICO 3: Mercato libero e tutela nell’energia elettrica, numero di utenze di clienti domestici (Fonte: Monitoraggio Retail, ARERA)
Numero di utenze nel mercato libero e nella tutela del gas
GRAFICO 4: mercato libero e tutela del gas, numero di utenze di clienti domestici (Fonte: Monitoraggio Retail 2022, ARERA)

 

I cambi di fornitore

Un segnale molto positivo per il mercato libero è quello dei cambi di fornitore nel corso del 2021. I GRAFICI 5 e 6 (come al solito prima l’energia elettrica e poi il gas) ne illustrano l’andamento. Le barre blu indicano il numero di utenze che hanno cambiato fornitore, mentre la linea gialla indica la percentuale da inizio anno. Si tratta del numero di utenze già presenti sul mercato libero che hanno deciso di cambiare fornitore restando sul mercato libero.

Nel corso del 2021 sono centinaia di migliaia le famiglie che hanno cambiato fornitore, per un totale compreso tra il 10 e il 20%. Questo è un sintomo di vivacità del mercato.

I cambi di fornitore di energia elettrica nel corso del 2021
GRAFICO 5: Cambi di fornitore di energia elettrica per gli utenti domestici nel 2021 (Fonte: Monitoraggio Retail 2022, ARERA)
Numero di cambi di fornitore di gas nel 2021
GRAFICO 6: cambi di fornitore di gas degli utenti domestici nel 2021 (Fonte: Monitoraggio Retail, ARERA)

 

La questione dei reclami

Meno dell’1% dei clienti procede a forme di reclamo nei confronti del proprio operatore di energia. Siamo quindi su livelli estremamente bassi, anche se sul mercato libero sono, percentualmente, doppi rispetto al mercato tutelato. Peraltro, il tasso di risposta da parte degli operatori sfiora il 90% (anche in questo caso un po’ più alto per la tutela che per il mercato libero), quindi siamo decisamente su standard altissimi.

Più significativi ci sembrano i GRAFICI 7 e 8, in cui si illustra, prima per l’energia elettrica e poi per il gas, il numero di contratti contestati e i ripristini. Il loro numero negli ultimi quattro anni è aumentato vertiginosamente. Come si può notare, non solo le contestazioni aumentano di anno in anno, ma il numero di contestazioni accolte è elevatissimo, i tre quarti per l’energia e il 90% per il gas. Considerato che lo scorso anno i contratti conclusi sono stati, per le utenze domestiche del settore elettrico, oltre 5milioni, il fatto che quelli contestati siano stati meno di 5mila ci dice che la contestazione è avvenuta per meno di 1 contratto su mille. Nel caso del gas i contratti sono stati poco più di 2milioni e quelli contestati quasi 1400, quindi siamo su percentuali simili. Tuttavia, non c’è dubbio che l’andamento complessivo è allarmante. Non solo perché in grandissima prevalenza le contestazioni sono accolte, ma in circa il 20% dei casi per l’elettricità conducono a una procedura di ripristino della condizione precedente, percentuale che per il gas sale al 30%: in questi casi, il contratto era stato attivato ingiustamente!

Contratti di energia elettrica contestati dal 2017 a oggi
GRAFICO 7: contratti contestati di energia elettrica (Fonte: Monitoraggio Retail 2022, ARERA)
Contratti contestati di gas
GRAFICO 8: Contratti di gas contestati (Fonte: Monitoraggio Retail, ARERA)

 

Conclusioni

Alcuni dei dati che emergono sono davvero sbalorditivi, come il numero pazzesco di operatori presenti sul mercato. È il sintomo di un mercato spaventosamente frammentato. I dati sul cambio di operatore è invece indice di una certa vivacità del mercato libero. Se non altro, chi sceglie il mercato libero sembra poi avere una discreta dimestichezza con i suoi meccanismi.

Due sono invece i dati che dovrebbero far suonare qualche segnale di allerta. Il primo è che, a 15 anni dalla liberalizzazione del mercato, ci sia ancora un 30% di utenti che non ne vuole sapere di entrare nel mercato libero, significa che sono ancora moltissimi coloro che del mercato libero non si fidano. E questo non è certamente un buon sintomo. L’altro dato problematico è quello sui reclami. Il tasso di reclamo è decisamente basso. Ma che ci siano utenti che contestano il contratto, fino alla richiesta di ripristino, significa che c’è un certo numero utenti che subiscono un cambio di operatore o di tariffa non voluto. Come può accadere qualcosa di simile?

Due sono gli aspetti che a nostro giudizio mancano nel rapporto sul mercato dell’Autorità. Il primo è una misura di quanto gli utenti siano capaci di comprendere e confrontare le offerte sul mercato. L’altro è una misura dei passaggi di tariffa o di operatore non voluti. Nell’ultimo grafico ciò che emerge sono i casi di passaggio di cui l’utente si rende conto. Ma siamo sicuri che non ci sia un numero molto significativo di passaggi indesiderati, di cui l’utente neanche si accorge? L’elevatissimo numero di telefonate moleste che tutti ricevono, soprattutto proprio dagli operatori di energia, dovrebbe indurre l’Autorità a una maggiore vigilanza su questo punto.

 

© L’Irriverente, 2022

 

 

[1] Il documento può essere liberamente scaricato sul sito di ARERA al link: https://www.arera.it/it/docs/22/490-22.htm.

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