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Acqua: come usiamo e come disperdiamo l’acqua in Italia

Dati recenti mostrano come l’uso d’acqua in ambito industriale e agricolo è migliorabile, ma non drammatico. Il vero scempio dello sperpero d’acqua è quello che da decenni si compie per l’uso civile.

Abbiamo già dedicato un articolo al tema della terribile gestione dell’acqua (trovi l’articolo a questo link), sulla base di un rapporto dell’Istat. In questo articolo offriamo qualche ulteriore dettaglio sul tema, basandoci su un rapporto pubblicato dalla società di consulenza Proger e che è stato presentato al Senato della Repubblica lo scorso marzo[1]. Il rapporto, in poco meno di 200 pagine ricche di illustrazioni e tabelle, fornisce un quadro davvero completo e impressionante sulla disponibilità d’acqua nel nostro Paese, su come viene attualmente gestita e come potrebbe essere meglio sfruttata, proponendone un vero e proprio piano di gestione nazionale. O, almeno, una prima traccia, tutt’altro che superficiale. Si tratta, dunque, di una lettura davvero irrinunciabile per chiunque voglia davvero un’idea sullo stato dell’arte e delle prospettive per la gestione di una risorsa così strategica nel nostro Paese.

In questo articolo ci limitiamo a proporre due tabelle, che costituiscono una sorta d’integrazione ai dati presentati dall’indagine dell’Istat. Entrambe si trovano a pagina 14 del rapporto.

 

 

L’uso dell’acqua in Italia

La prima tabella, che riportiamo in TABELLA 1, riporta la quantità d’acqua che viene prelevata in un anno, a seconda dell’uso e della sua provenienza. Per quanto riguarda la provenienza, si distingue l’acqua di falda (cioè che scorre sottoterra) dall’acqua di superficie (cioè che si raccoglie nei fiumi e nei laghi). I numeri sono espressi in miliardi di metri cubi in un anno. Come si può notare, l’acqua viene prelevata molto di più in superficie che in falda. L’acqua per uso civile è quasi interamente di falda. L’acqua per uso industriale e agricolo è, invece, in prevalenza, di superficie.

Sommando i dati di acqua di falda e di superficie, emerge distintamente che l’uso civile è un po’ superiore a quello industriale, ma l’uso agricolo surclassa nettamente entrambi.

Prelievi d'acqua in Italia
TABELLA 1: Prelievi d’acqua in Italia (Fonte: Proger, Water Economy in Italy 2023, pag. 14)

 

Le perdite del sistema idrico

L’indagine dell’Istat faceva emergere il dato più drammatico del nostro sistema idrico: il fatto, cioè, che quasi metà dell’acqua, che viene fornita, viene dispersa da un aberrante sistema colabrodo. Talmente tanta se ne disperde, che in un anno, con l’acqua sprecata, si potrebbe soddisfare il fabbisogno annuo di 43milioni di persone. Uno scempio da fare accapponare la pelle.

Mentre i dati dell’Istat (peraltro, fermi al 2020) erano focalizzati sull’uso civile, i dati di Proger, più aggiornati, ci consentono di allargare lo sguardo. Particolarmente significativi ci sembrano i dati riportati nella TABELLA 2. Si illustra non solo l’ammontare dei prelievi nel 1970 e nel 2022 e delle perdite nel 2022, ma i dati sono anche distinti secondo la destinazione. Emerge come nel corso degli ultimi 52 anni la quantità d’acqua prelevata sia sensibilmente diminuita, soprattutto per effetto della diminuzione di prelievo industriale e agricolo; il prelievo per uso civile, invece, è aumentato.

Ma ancora più significativo è il dato sulle perdite, se confrontato con quello dei prelievi. Emerge limpidamente come a livello industriale e agricolo la dispersione di acqua sia sensibilmente inferiore rispetto a quella prelevata per uso civile. A livello industriale l’acqua dispersa è circa il 10% di quella prelevata, mentre a livello agricolo siamo intorno al 15%. Niente a che vedere con il quasi 50% della dispersione per uso civile! La dispersione in questo ambito supera enormemente quella industriale e agricola sia in termini percentuali, che in valore assoluto!!!!

Prelievi e perdite d'acqua in Italia
TABELLA 2: Prelievi e perdite d’acqua in Italia (Fonte: Proger, Water Economy in Italy 2023, pag. 14)

 

Conclusioni

I dati del rapporto Proger sono più aggiornati e hanno un più ampio sguardo rispetto all’indagine Istat. Ma ne confermano in pieno la drammaticità. Il nostro sistema idrico è uno spaventoso colabrodo. E lo è, non tanto per l’uso industriale e agricolo, quanto per il suo uso civile. È in questo ambito che la gestione dell’acqua e il sistema di distribuzione è assolutamente inqualificabile, un’aberrazione tanto più grave in questi ultimi anni in cui il problema della siccità è divenuto sempre più incombente.

Possiamo esserne certi: chi porta la responsabilità di questo scempio non sarà mai chiamato a risponderne. Ma la domanda più inquietante è: chi ne ha la responsabilità ora, affronterà questo scempio con il senso d’urgenza che richiede?

 

© L’Irriverente, 2023

 

 

 

 

 

 

[1] Il rapporto è liberamente scaricabile, previo rilascio di alcuni dati personali, al seguente link: https://www.proger.it/water-economy-in-italy/.

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