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Rimodulazioni tariffarie di telefonia: le ultime iniziative degli operatori

Una guida, operatore per operatore, alle ultime rimodulazioni tariffarie degli operatori di telefonia

Ecco di seguito le più recenti iniziative, alcune ancora in corso, degli operatori di telefonia in tema di rimodulazioni tariffarie. Le rimodulazioni, lo ricordiamo, sono gli aumenti dei costi delle tariffe che gli operatori applicano a coloro che sono già clienti. Se non hai le idee chiare sulle rimodulazioni tariffarie, consulta la nostra guida, che descrive che cosa sono e come ci si può difendere.

Nella lista che segue mancano Eolo e Tiscali, le cui ultime rimodulazioni tariffarie risalgono al 2019. Gli operatori sono presentati in ordine alfabetico e sono: Fastweb, Tim, Vodafone e Wind Tre.

Tra le iniziative in corso, segnaliamo come particolarmente ripugnanti quelle di Tim e Wind Tre che, a partire dal 2024, intendono inserire una clausola che indicizza la tariffa all’inflazione. Ciò comporterebbe che l’operatore potrebbe cambiare la tariffa senza concedere al cliente la possibilità di recedere senza costi, un diritto esplicitamente stabilito dalla legge. Si tratta di un’iniziativa vergognosa e ripugnante, un tentativo di aggirare la legge in modo becero con espedienti squallidi, per sottrarre un diritto sacrosanto del consumatore. Consigliamo tutti i clienti di questi operatori di passare immediatamente ad altro operatore (dandone immediata comunicazione all’operatore, onde evitare di dover pagare pure i costi di disattivazione). Ricordiamo che questa clausola è già presente nelle condizioni contrattuali attualmente in vigore presso Wind Tre. Quindi sconsigliamo vivamente a chiunque di sottoscrivere nuovi contratti con questo operatore.

 

Fastweb

Un autentico professionista della rimodulazione è Fastweb.

Attualmente è in corso una rimodulazione tariffaria che dal 1° febbraio 2023 riguarderà alcune tariffe di telefonia fissa. Tali tariffe transiteranno in altre offerte, più care, con possibili aumenti di costo fino a 5 euro al mese[1]. I clienti dovrebbero aver già ricevuto la comunicazione in fattura e hanno tempo fino al 15 marzo per recedere senza costi. Le modalità per esprimere la volontà di recedere sono la raccomandata, la mail, la PEC, il servizio clienti, l’account personale sul sito.

Operazioni simili erano già state adottate da Fastweb il 1° gennaio per alcune tariffe di telefonia fissa, il 13 dicembre per alcune tariffe di telefonia mobile e il 1° dicembre per alcune tariffe di telefonia fissa, un autentico stillicidio.

Nel caso di Fastweb consigliamo di consultare periodicamente la pagina delle comunicazioni alla clientela, il cui link si trova in fondo alla homepage, prima del banner nero, in corrispondenza di Fastweb Informa[2].

 

Tim

Il 16 gennaio scorso, Tim ha comunicato una serie di adeguamenti tariffari. Anzitutto ha deciso che, per una serie di tariffe, applicherà un adeguamento annuo parametrato all’inflazione, basandosi sul cosiddetto indice IPCA (l’indice dei prezzi armonizzato dell’Unione Europea)[3]. Tale adeguamento verrà applicato per la prima volta a partire dal 1° aprile prossimo. Tim dichiara che 30 giorni prima (quindi ai primi di marzo) pubblicherà sul proprio sito una comunicazione dettagliata sull’aumento che sarà applicato. I clienti che non apprezzano questa iniziativa potranno esercitare il recesso senza costi entro il 31 marzo, chiamando il 187, oppure nell’area clienti del sito di Tim, oppure inviando una PEC o una lettera a una casella postale.

Piccolo, ma non trascurabile dettaglio: delle tariffe indicate nella comunicazione di Tim, non ne abbiamo trovata neanche una, né tra le tariffe sottoscrivibili, né tra quelle non più sottoscrivibili. Ci auguriamo che almeno i clienti interessati possano riconoscervisi!

Lo stesso giorno, Tim ha comunicato che a partire dal 1° marzo i clienti sottoscrittori di queste stesse tariffe subiranno un aumento del canone mensile di 2 euro al mese. Le condizioni di recesso sono esattamente le stesse.

 

Vodafone

A fine dicembre Vodafone ha aumentato un servizio che era associato a vecchie tariffe di telefonia fissa chiamato Ready. Le ultime modifiche delle condizioni contrattuali, sia per la telefonia fissa che per la telefonia mobile, risalgono al 2022.

 

Wind Tre

Wind Tre si guadagna l’oscar questo tipo di iniziative.

Per quanto riguarda la telefonia mobile, anche Wind modificherà le condizioni contrattuali a partire dal 1° febbraio, per adeguare le proprie tariffe all’inflazione. L’adeguamento comincerà a partire dal prossimo anno, cioè dal 1° gennaio 2024 e si baserà sull’indice FOI di ottobre (indice per le famiglie di operai e impiegati) misurato dall’Istat. La comunicazione avverrebbe nei 7 giorni precedenti l’entrata in vigore (cioè in periodo natalizio) sul proprio sito e sulle pagine di un importante quotidiano nazionale. Per Wind questa diverrà una clausola contrattuale, pertanto quando introdurrà gli aumenti il cliente non potrà usufruire del recesso senza costi. Per recedere da questa clausola deve farlo ora. Ha tempo fino al 28 febbraio, al 159, via app, via chat sul sito (il servizio Will), per raccomandata, via pec o nei punti vendita. Per i dettagli, consigliamo i clienti di telefonia mobile Wind di consultare la pagina Wind Informa, il cui link si trova in fondo alla homepage[4].

Altri aumenti relativi alla telefonia mobile sono intervenuti il 13 gennaio per le prepagate, il 1° gennaio 2023 (solo alcune tariffe business), il 1° dicembre 2022 (per coloro che hanno sottoscritto un abbonamento e ricevono una bolletta cartacea), il 1° settembre 2022 e una sequenza di altre (ne abbiamo contate altre 8 nel solo 2022).

Per quanto riguarda la telefonia fissa, a partire dal 1° dicembre 2022 Wind ha aumentato di 1 euro l’invio della fattura cartacea (per ricevere la fattura digitale è necessario registrarsi sul sito, non è sufficiente avere l’app associata al numero di utenza, ovviamente). Inoltre, è stato introdotto a tutti i clienti di telefonia fissa un aumento di 2 euro.

Dal 1° settembre 2022 Wind Tre aveva aumentato alcune tariffe di 5 euro al mese e altre di 2 euro al mese. La comunicazione sul sito non specifica quali tariffe siano state interessate da questi aumenti. Altre iniziative simili risalgono 2021.

 

Conclusioni

Sconsigliamo assolutamente di rimanere clienti di questi operatori. Nel caso di Tim e Wind Tre, in particolare, sconsigliamo assolutamente anche di attivare nuove tariffe, sia di telefonia fissa che di telefonia mobile.

In particolare, già nelle condizioni contrattuali attualmente in vigore, Wind Tre prevede la clausola di adeguamento delle tariffe all’inflazione senza possibilità di recesso senza costi da parte del cliente, sia per le nuove attivazioni di telefonia fissa che di telefonia mobile. Pertanto, sconsigliamo assolutamente fin da subito la sottoscrizione di qualunque contratto con questo operatore.

 

© L’Irriverente, 2023

 

[1] L’elenco delle tariffe interessate è riportato in un pdf scaricabile al seguente link: https://www.fastweb.it/downloads/PDF/comunicazione/Fisso_Febbraio_Offerte_Fastweb_Informa.pdf. Gli aumenti sono indicati mediante intervalli (definiti in inglese range, nel pdf), pertanto non sarà possibile sulla base di questo documento capire a quanto ammonterà l’aumento.

[2] Il link alla pagine è il seguente: https://www.fastweb.it/adsl-fibra-ottica/fastweb-informa/?from=st-home.

[3] L’elenco delle tariffe e i dettagli dell’adeguamento si trovano sul sito di Tim al seguente link: https://www.tim.it/assistenza/info-consumatori/news/2023/adeguamento-annuale-prezzi.

[4] Il link alla sezione Wind Informa è il seguente: https://www.windtre.it/windtre-informa/.

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