L’Istat ha pubblicato i dati sulle vendite al dettaglio in Italia nel mese di febbraio[1]. Il dato è interessante: in un momento in cui i prezzi stanno crescendo come non si vedeva da decenni, sapere come si stanno comportando le vendite al dettaglio ci offre uno squarcio su come si stanno orientando le scelte di consumo delle famiglie rispetto all’inflazione. Per poter comprendere che cosa sta accadendo, dobbiamo sempre evocare il dato sull’inflazione di febbraio: allora i prezzi stavano crescendo del 9,1% in un anno. Vediamo dunque che cosa ci dice oggi l’Istat sull’andamento delle vendite.
Andamento generale delle vendite al dettaglio: un calo persistente in volume
Cominciamo dal dato generale. Le vendite nel mese di febbraio sono aumentate in un anno (cioè rispetto a febbraio del 2022) del 5,8%. Perbacco, sembrerebbe un numero estremamente positivo e soddisfacente, no? … No, in effetti. Perché nel frattempo i prezzi aumentavano del 9,1%, cioè i prezzi sono aumentati di più delle vendite. Quindi, se in valore ciò che si è venduto è aumentato del 5,8%, eliminando l’effetto dell’inflazione otteniamo una misura della quantità di ciò che si è venduto: e la quantità è diminuita, del 3,5%. La conclusione è che i negozi hanno aumentato il fatturato del 5,8%, ma le famiglie hanno acquistato meno prodotti del 3,5%. Saranno felici i negozianti, ma, evidentemente, le famiglie hanno dovuto fare qualche sacrificio.
La figura 2 del rapporto (qui riprodotta nel GRAFICO 1) consente di farsi un’idea di come stanno evolvendo le vendite al dettaglio in Italia da metà del 2018 a oggi. Come si può notare, dopo il tracollo per il lockdown all’inizio del 2020, alla fine dello stesso anno le vendite al dettaglio erano tornate in forte crescita. A partire dalla seconda metà del 2021 le vendite hanno continuato a crescere in modo moderato ma continuativo fino a oggi. Tuttavia, questo è stato l’andamento delle vendite a valore, perché in realtà, da quando l’inflazione ha cominciato a rialzare la testa, a fine 2021, le quantità vendute sono andate diminuendo sempre più rapidamente. Il punto più basso è stato raggiunto nell’autunno del 2022, ma ancora oggi i volumi continuano a essere in diminuzione.
Segmenti merceologici e forme distributive
Il documento dell’Istat offre un quadro degli andamenti per differenti settori merceologici. Le vendite al dettaglio dei prodotti alimentari sono cresciute complessivamente del 7,9%, ma in quantità sono diminuite del 4,9% rispetto a un anno fa. Le vendite dei prodotti non alimentari, invece, che in generale hanno subito un minore impatto dell’inflazione, sono aumentati in valore solo del 4,2%, ma anche in volume sono diminuite di meno, del 2,3%. Comunque la si rigiri, dunque, le famiglie hanno acquistato di meno un po’ tutti i prodotti, ma li hanno pagati di più, consentendo comunque ai negozi di fare un maggior fatturato.
È tuttavia interessante il quadro offerto da quello che il rapporto dell’Istat chiama prospetto 2, riprodotto nella TABELLA 1 (guardare la prima colonna che riporta le variazioni rispetto a febbraio 2022). Qui i dati sono riportati per forma distributiva. Ricordo che i prodotti alimentari erano cresciuti di prezzo di oltre il 12%, mentre gli altri prodotti, a parte energia e trasporti, avevano subito un aumento nell’ordine del 6%. Come si può notare, in tutte le forme distributive i fatturati aumentano, ma le quantità diminuiscono, perché gli aumenti sono sempre inferiori all’inflazione. L’ambito in cui le vendite sono aumentate di più è la grande distribuzione, assai più limitati invece gli aumenti nei negozi tradizionali. Il commercio elettronico si trova in una posizione intermedia.
Questa tabella ci prepara al prospetto 3, riprodotto in TABELLA 2, in cui il dato sulla grande distribuzione è distinto tra ipermercati, supermercati e discount. Qui emerge come la tipologia di punto vendita che ha conosciuto il maggior aumento di vendite è il discount. Qui le vendite a valore hanno addirittura superato l’inflazione, sintomo che anche le quantità di prodotti sono, seppur lievemente, cresciute.
Conclusioni
I dati proposti dall’Istat sulle vendite al dettaglio sono piuttosto univoci. Le famiglie stanno spendendo di più rispetto a un anno fa, ma stanno acquistando di meno. Quindi, l’inflazione le sta costringendo a sopportare dei sacrifici. Peraltro, è sintomatico il dato dei discount, uno dei pochi ambiti (se non l’unico) in cui non solo l’entità della spesa sta aumentando, ma anche la quantità di prodotti. Ciò significa che, quando possibile, le famiglie tendono sempre più a orientare i propri acquisti su prodotti più convenienti o comunque a prezzo tendenzialmente più basso. Un ulteriore sintomo alla propensione al sacrificio delle famiglie.
© L’Irriverente, 2023
[1] Il rapporto dell’Istat è disponibile al link: https://www.istat.it/it/archivio/283111.
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