Benzina e aumenti pasquali - l'osservatorio de L'Irriverente

Nei giorni pasquali si è fatto un gran parlare dell’aumento dei prezzi dei carburanti. Ancora una volta si è trattato di una polemica stucchevole e assolutamente infondata. Siamo andati a verificare i dati del Ministero per le Imprese e il Made in Italy (ooops, si può ancora dire?????), i quali offrono un monitoraggio dei prezzi praticati da tutti i distributori d’Italia[1].

Ebbene, non è vero. A Pasqua non c’è stata alcuna significativa speculazione sui prezzi della benzina. Prendendo in considerazione i prezzi self-service, il 7 aprile (Venerdì Santo) il 95% dei prezzi praticati oscillavano tra 1,82 e 1,97 euro al litro, erano cioè concentrati in un intervallo di 15 centesimi al litro. In tutta Italia!

Si dirà: ma chissà quanti hanno aumentato il prezzo!!!!! Non è vero neanche questo. Tra il 29 marzo e il 7 aprile (cioè nell’arco temporale di meno di 10 giorni), il 62% dei distributori ha praticato un aumento compreso tra 2 e 4 centesimi, il 21% dei distributori non ha praticato alcun aumento. Chi ha praticato aumenti un po’ più consistenti sono meno del 20% e quelli superiori a 5 centesimi costituiscono meno del 7% di tutti i distributori italiani.

Insomma. I tanto famigerati aumenti sul prezzo della benzina di Pasqua, ancora una volta, non ci sono stati. Piuttosto, vale sempre la pena di fare bene attenzione su dove andare a fare il pieno. Sono poche le regole auree: evitare i distributori autostradali che sono tipicamente tra i più cari; rifornirsi sempre presso self-service ed evitare il servito; privilegiare le pompe bianche e i distributori presso centri commerciali e grandi catene distributive. In ogni caso, controllare sempre il prezzo, prima di rifornirsi: un grande cartello deve sempre esporre i prezzi praticati all’ingresso del distributore.