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Prezzo della benzina: fermo crescente

Da alcuni mesi il prezzo della benzina è sostanzialmente fermo. Ma in verità il prezzo del petrolio sta calando. Quindi, è un’illusione. In realtà, il prezzo della benzina crescendo.

Il 4 gennaio scorso il prezzo medio della benzina self-service in Italia era di 1,8074 euro al litro. Ieri, 29 marzo, il prezzo della benzina era di 1,8579 euro al litro. In tre mesi è cresciuto del 3%[1]. Se si pensa ai rialzi che si registravano un anno fa con l’esplosione della guerra, è roba da ridere. Addirittura, il 1° febbraio il prezzo della benzina era a 1,8794. Il che significa che in questo momento la benzina è diminuita di prezzo dell’1%, rispetto ad allora. Il GRAFICO aiuta a comprendere perché ciò sta accadendo. La linea blu indica l’andamento del prezzo della benzina alla pompa (cioè quello che paghiamo al distributore). Quella gialla indica l’andamento del prezzo del petrolio in euro. Entrambi i grafici partono dal 1° dicembre. A gennaio ci fu il pieno rientro delle accise sui carburanti e per questa ragione il prezzo della benzina è salito vertiginosamente. Ma in questo periodo, pur tra alti e bassi, il prezzo del petrolio è stato sostanzialmente in calo. È per questa ragione che il prezzo della benzina è fermo.

Qualcuno, fra sé e sé, avrà pensato: vabbé, ma se il prezzo del petrolio cala, non dovrebbe calare anche quello della benzina? … eh, qui sta il punto. Pur stando fermo, il prezzo della benzina, per certi aspetti, sta proprio crescendo …

Prezzo della benzina e prezzo del petrolio: confronto e rapporto
GRAFICO: il grafico in alto mostra l’andamento del prezzo del petrolio (linea gialla) confrontato con quello della benzina self service alla pompa (linea blu); il grafico in basso mostra l’andamento del rapporto tra il prezzo della benzina self service rispetto al prezzo del petrolio (la linea verde si basa sul prezzo alla pompa, mentre quella rossa sul prezzo industruale, la cui scala è riportata a sinistra). Entrambi i grafici mostrano gli andamenti tra il 1° dicembre 2022 e il 29 marzo 2023. (Fonte: L’Irriverente su dati Ministero dell’Industria e del Made in Italy)

 

Il rapporto tra il prezzo della benzina e quello del petrolio

Nel GRAFICO, in verità, riportiamo due rappresentazioni. Una, quella superiore, confronta il prezzo alla pompa[2] della benzina self service con l’andamento del prezzo del petrolio. L’altra, quella inferiore, propone l’andamento del rapporto tra il prezzo della benzina e quello del petrolio. Sostanzialmente abbiamo diviso il prezzo della benzina per quello del petrolio[3]: se questo rapporto sale, significa che la benzina sta aumentando di prezzo più rapidamente del petrolio (o sta diminuendo più lentamente); l’inverso se il rapporto scende. Nel grafico sono rappresentate due linee: per quella verde, il rapporto si basa sul prezzo della benzina alla pompa; quella rossa si basa, invece, sul prezzo industriale.

La linea rossa è quella più significativa per capire se sono in corso speculazioni sul prezzo della benzina da parte dell’industria o della distribuzione. Come si può notare, questo rapporto è stato in discesa fin dai primi di dicembre del 2022, per poi stabilizzarsi nel mese di febbraio. Ma da marzo è tornato a crescere, fino addirittura a superare il massimo dei primi di dicembre. In questo momento sembra in lieve calo, ma siamo comunque sui livelli più alti dell’anno.

 

Che cosa ci dice il rapporto tra benzina e petrolio

Che cosa significa, allora, questo grafico? Sostanzialmente conferma che quando si urlava alla speculazione, a gennaio, in verità non era in corso un comportamento speculativo generalizzato (a meno di casi singoli e sporadici). Adesso, invece, sì. Nel silenzio tombale generale. In questo momento i prezzi dell’industria sono più alti rispetto ai costi da essa sostenuti per la materia prima, quindi per ogni litro di benzina venduto l’industria ha un margine maggiore. Il fatto che il prezzo del petrolio stia riprendendo a salire potrebbe mitigare nelle prossime settimane questo fenomeno. Ma non c’è dubbio che in questo momento di silenzio generale, i sintomi di comportamenti speculativi sul prezzo della benzina sono molto più sensibili rispetto a gennaio quando tutti urlavano “al lupo, al lupo!” È da un mese che è così.

Il Ministero, che monitora giornalmente i prezzi, che fa?  A che scopo monitora i prezzi, se poi non se li guarda neanche? …

 

Grafici realizzati in Tableau Public
© L’Irriverente, 2023

 

 

 

 

 

[1] Tutti i dati di questo articolo sono tratti dai prezzi giornalieri pubblicati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy al seguente link: https://www.mise.gov.it/index.php/it/open-data/elenco-dataset/carburanti-prezzi-praticati-e-anagrafica-degli-impianti?wsdl?wsdl. Il sito riporta i prezzi praticati il giorno precedente da tutti i distributori italiani, che hanno l’obbligo di comunicarli al Ministero. Le medie nazionali sono ottenute, per prudenza statistica, epurando, per ogni giorno, i prezzi più vecchi di 30 giorni, ipotizzando che prezzi così vecchi costituiscano un dato non affidabile.

[2] Cioè il prezzo che si paga al distributore. Si distingue dal prezzo industriale, che è il prezzo al netto delle tasse, cioè tasse escluse. Il prezzo industriale è, in altri termini, il prezzo che remunera l’industria petrolifera e il sistema di distribuzione dei carburanti. Questo prezzo consente di valutare la politica commerciale dell’industria, al netto delle angherie delle accise.

[3] Per la precisione, il prezzo al litro della benzina è stato moltiplicato per 100.

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