La crescita annua dei prezzi dei prodotti alimentari, rispetto a maggio del 2021, è stata del 7,4%, lievemente superiore rispetto all’indice generale, che ha raggiunto quota 6,8% (al quale abbiamo dedicato un articolo). L’andamento del loro indice dei prezzi misurato dall’Istat da gennaio 2016 a maggio 2022[1] è presentato nel GRAFICO 1.
Considerazioni sull’andamento dei prezzi dei prodotti alimentari
I prodotti alimentari soffrono, notoriamente, di una certa stagionalità. In effetti, in periodi normali, i loro prezzi salgono e scendono come altalene. Il mese di maggio è quasi sempre un periodo di picco per i prezzi dei prodotti alimentari, ma è vero che nel 2020 quel picco si innalzò con particolare vigore. Ma quel picco è niente rispetto a quanto sta accadendo in questo momento. E non è stata l’invasione dell’Ucraina a provocarlo. I prezzi dei prodotti alimentari stanno crescendo a un ritmo vertiginoso da luglio dell’anno scorso e hanno raggiunto livelli che non si sono mai visti nei sei anni e mezzo della nostra analisi. A maggio del 2022 i loro prezzi sono cresciuti del 14% rispetto a gennaio del 2016 e, fatto ancora più sconcertante, più della metà di questo aumento, l’8,4%, si è verificato tra luglio 2021 e oggi. È evidente, dunque, che l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari ha preceduto lo scoppio della guerra.
Il caso della pane fresco e della pasta
A titolo di esempio presentiamo nel GRAFICO 2 i due casi più emblematici, quelli del pane fresco e della pasta. Il pane ha conosciuto una lieve crescita costante di circa l’1,5% all’anno, una crescita non intaccata neppure dalla pandemia. Improvvisamente, da agosto 2021 (quindi ben 6 mesi prima della guerra), il prezzo del pane ha cominciato a crescere a un tasso prossimo al 9% annuo, cioè quasi 6 volte più intensamente.
La pasta, dopo un primo anno (il 2016) di lieve decrescita costante, ha cominciato ad avere un andamento schizofrenico, per poi avere una spinta alla crescita già a dicembre 2020 e poi assumere un andamento costantemente crescente da maggio 2021 e accelerare l’intensità della crescita da settembre.
Il caso di pollame e burro
Altri due esempi di aumenti che palesemente hanno origine in un momento precedente alla guerra e che non hanno subito impatti significativi dalla pandemia sono quelli del pollame e del burro. Sono presentati nel GRAFICO 3. Il primo è rimasto sostanzialmente invariato fino ad agosto 2017, per poi cominciare a crescere a circa l’1,5% annuo, poi, improvvisamente, a partire dall’inizio di quest’anno ha cominciato a crescere a un tasso tale, che a maggio l’indice dei prezzi è cresciuto di circa il 10% rispetto a dicembre. Il burro ha avuto un andamento più schizofrenico nel corso di questi anni, ma da dicembre ha conosciuto la stessa spinta alla crescita del pollame.
© 2022 L’Irriverente
[1] L’analisi si basa sul comunicato stampa relativo all’inflazione del mese di maggio 2022, pubblicato il 16 giugno 2022, che può essere scaricato al seguente link: https://www.istat.it/it/archivio/271998. La base dati è disponibile sul sito i.Stat dell’Istat al link: http://dati.istat.it/. L’indice dei prezzi al consumo preso in considerazione è quello nazionale relativo all’intera collettività (NIC).
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