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Inflazione: come accentua le diseguaglianze

In questo momento, l’’inflazione sta colpendo assai di più le fasce di popolazione più povere rispetto a quelle più ricche, accentuando le diseguaglianze. Soprattutto in Italia.

Un centro studi situato in Belgio, chiamato Bruegel, propone da qualche tempo uno studio molto particolare dell’inflazione[1]. A partire dai dati pubblicati da Eurostat, elabora indici d’inflazione differenziati per le famiglie più ricche e per quelle più povere. Per la precisione confronta il quintile di popolazione più ricca con quello di popolazione più povera. In sostanza, suddivide la popolazione di un paese in cinque fasce, dal quinto di popolazione più ricco a quello più povero. Poi confronta il livello di inflazione dei due estremi. I risultati che produce sono davvero significativi: mostrano come, soprattutto in Italia, l’inflazione sta contribuendo a enfatizzare le diseguaglianze.

 

L’inflazione a gennaio 2023

Il grafico di FIGURA 1 mostra l’andamento dell’inflazione in Italia dal 2019 a oggi. Il dato dell’Italia è confrontato con quello della Francia. Ogni grafico riporta tre linee: quella rossa è quello dell’indice misurato da Eurostat; quella verde misura l’inflazione per il quintile più povero della popolazione; quella blu, invece, quella del quintile più ricco.

In Italia, fino a marzo 2021 l’inflazione per il quintile più povero era inferiore alla media calcolata da Eurostat e anche a quella del quintile più ricco. Quindi la popolazione più povera soffriva meno l’inflazione rispetto alla popolazione più ricca. Da aprile 2021, però la situazione si è invertita. E quel che è peggio è che l’inflazione ha preso a salire vertiginosamente. Oggi che siamo a livelli d’inflazione superiori al 10%, il divario tra l’inflazione effettiva sul quintile più povero rispetto a quello più ricco è impressionante. A ottobre, quando l’inflazione ha toccato il suo picco, oltre il 12%, per i ceti più poveri il suo impatto effettivo sfiorava il 21%, mentre per i ceti più agiati era addirittura inferiore al 12%. Oggi le differenze si sono ristrette, ma l’inflazione per i ceti più poveri continua a essere più alta, mentre per quelli più ricchi è inferiore alla media di Eurostat. Così l’inflazione contribuisce a enfatizzare le diseguaglianze.

Il confronto con la Francia, poi, rende la situazione dell’Italia ancora più sconcertante. Non solo l’inflazione in generale in Francia è più bassa che in Italia, ma l’impatto sui ceti meno abbienti è inferiore rispetto ai ceti più agiati.

L'impatto dell'inflazione sui ceti meno abbienti e su quelli più ricchi in Italia e in Francia
FIGURA 1: L’andamento dell’inflazione per il quintile più povero (linea verde), quello più ricco (linea blu) e l’indice IPCA calcolatori da Eurostat (linea rossa), in Italia e in Francia tra il 2019 e gennaio 2023 (Fonte: L’Irriverente su dati Bruegel).

 

L’Italia tra i paesi i cui le differenze sono più accentuate

I dati di Bruegel consentono anche di fare un confronto tra i paesi analizzati da Eurostat. Nella mappa che segue i paesi sono colorati in base alla differenza d’inflazione tra il quintile più ricco e quello più povero della popolazione. Quanto più il colore dello stato tende al verde, tanto più la differenza è a favore dei ceti più poveri. Quanto più tende al rosso, tanto più la differenza li svantaggia e dunque l’inflazione accentua le diseguaglianze.

Nella mappa, spicca il rosso della Lettonia, il paese in cui in questo momento le differenze a sfavore dei ceti più poveri sono maggiori: in questo paese l’inflazione è ancora superiore al 20%! L’Italia, tuttavia, è tra i paesi più rossi: in effetti è il terzo paese in Europa con la maggior differenza a sfavore dei ceti più poveri, dopo la Lettonia e la Lituania.

Ben diversa è la situazione in Svezia, in Germania, in Finlandia o in Danimarca, tra gli altri, dove addirittura l’inflazione colpisce meno i ceti più poveri rispetto a quelli più ricchi.

La situazione dell’inflazione italiana, pertanto, è decisamente tra le più drammatiche in Europa in questo momento.

Quanto l'inflazione accentua le diseguaglianze in Europa
FIGURA 2: quanto l’inflazione impatta più sul quintile più povero rispetto a quello più ricco; quanto più la colorazione è rossa tanto più le differenze svantaggiano i ceti più poveri; quanto più la colorazione è verde quanto più li avvantaggia. (Fonte: L’Irrivente su dati Bruegel).

 

Conclusione

L’inflazione è ancora altissima, oltre il 10%. Come dicono gli economisti, è una tassa iniqua, perché colpisce soprattutto i ceti più deboli. Ma in questo momento, a causa dei prodotti che sono più colpiti, l’inflazione sta sfavorendo in modo particolare i ceti più poveri rispetto a quelli più ricchi. Così l’inflazione contribuisce a enfatizzare le diseguaglianze.

Questo fenomeno, come dimostrano i dati di Bruegel, è particolarmente accentuato in Italia. Come al solito, nell’indifferenza generale.

 

 

Grafici Creati in Tableau Public
© L’Irriverente, 2022

 

 

 

 

 

[1] Il sito del centro studi è www.bruegel.org. I dati sull’inflazione utilizzati in questo articolo sono presentati al seguente link: https://www.bruegel.org/dataset/inflation-inequality-european-union-and-its-drivers.

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