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Migranti: i flussi migratori nel mondo

Circa 90 milioni di persone nel mondo, ogni anno, abbandonano le proprie terre per cercare fortuna altrove. Sono i cosiddetti migranti. Quelli che approdano sulle nostre coste sono solo una piccolissima frazione residuale. Un po’ di numeri di base per capire che cosa siano i flussi migratori nel mondo, da dove partono tutte queste persone e dove vanno.

Da che esista l’uomo sulla terra, sono sempre esistiti migranti. Che ci piaccia o no, gli uomini sono sempre stati nomadi. Le prime forme di sedentarizzazione, cioè i primi villaggi in cui gli uomini si fermarono e si scelsero una terra da coltivare, risalgono a poco dopo la fine dell’ultima glaciazione, all’incirca 10.000 anni fa, dopo circa 290.000 anni che gli uomini abitavano la Terra. Eppure, anche dopo la formazione delle grandi civiltà, le popolazioni in costante movimento furono per lungo tempo la maggior parte dell’umanità. Fu solo dopo il 1300 d.C., in seguito alle scorribande di Genghis Khan, a capo di un popolo nomade, che le popolazioni sedentarie presero il sopravvento, ponendo i popoli nomadi ai margini.

Da quel momento, tuttavia, gli uomini non hanno smesso di spostarsi. Anziché essere nomadi, gli uomini in movimento divennero migranti: uomini che fuggivano da guerre, devastazioni naturali, miserie e povertà. E chi si difende da quei movimenti di popoli non sono più civiltà che erigevano barriere contro nomadi che le assalivano allo scopo di razziarle: sono popoli ricchi, gelosi della propria opulenza. Questi popoli ricchi, che avrebbero le risorse, le conoscenze e le capacità organizzative per gestire i fenomeni migratori, ne sono in verità, spesso, una delle cause. E con cecità, cercano di erigere barriere risibili rispetto a un movimento di popoli che, così, diviene una fiumana incontrollata e inarrestabile.

In questo articolo proporremo solo alcuni numeri di base, per farsi un’idea delle dimensioni del fenomeno. Partiremo dai dati più recenti sulle immigrazioni illegali in Italia sulla base dei dati del Ministero dell’Interno. Quindi ci faremo un’idea sui dati dei movimenti migratori nel mondo sulla base delle informazioni diffuse dall’UNHCR e dallo IOM.

 

Quante persone stanno “sbarcando” in Italia?

Il Ministero dell’Interno pubblica ogni giorno un Cruscotto, come lo chiama, che offre un quadro delle immigrazioni illegali in Italia dall’inizio dell’anno, confrontando il dato con gli anni precedenti[1]. Sulla base dei dati del 9 marzo, nel corso del 2023 sono “sbarcati” (questo è il termine adottato dal documento del Ministero) in Italia 15.823 “migranti” (anche questo è il termine adottato nel documento). Nei soli mesi di gennaio e febbraio sono approdate sulle coste italiane più di 14.000 persone, contro le poco più di 5.000 dello scorso anno: siamo al triplo degli approdi. Proseguendo di questo passo, invece delle 105.129 persone approdate lo scorso anno, i numeri supererebbero tranquillamente le 300.000 alla fine di quest’anno.

Da dove vengono le persone che arrivano in Italia illegalmente in questo modo? Il cruscotto ce ne offre un quadro in una tabella. Riproduciamo qui di seguito sia la tabella, che una mappa, in cui evidenziamo in rosso i paesi citati. Come si può notare, in grandissima prevalenza i cosiddetti migranti approdano in Italia dall’Africa sub-sahariana, cioè, dai paesi che si trovano sotto il deserto del Sahara. Dall’elenco mancano, tuttavia, paesi di cui sentiamo spesso parlare, come la Siria o l’Afghanistan. D’altra parte, nella categoria “altre” (nazionalità dichiarate) rientra quasi un terzo delle oltre 15.000 persone arrivate in Italia fino a questo momento. Certamente in questa categoria rientreranno molte persone di nazionalità afghana o siriana.

Paesi di provenienza della migrazione illegale in Italia
FIGURA 1: paesi di provenienza delle persone che approdano sulle coste italiane nel corso del 2023 (fonte: L’Irriverente su dati del cruscotto statistico del Ministero dell’Interno relativo al 9 marzo 2023)

 

Migrazioni nel mondo

Se i numeri sull’entità delle migrazioni in Italia possono sembrarci giganteschi, proviamo a confrontarli con i dati sul fenomeno generale delle migrazioni nel mondo. A questo scopo ci avvaliamo dell’ultimo rapporto dell’UNHCR (l’agenzia dell’ONU dedicata ai rifugiati nel mondo) intitolato Global Trends, Forced Displacement in 2021, pubblicato a giugno del 2022[1]. Secondo tale rapporto, nel 2021 le persone costrette a migrare nel mondo sono state 89,3 milioni, più dell’1% della popolazione mondiale. In quello stesso anno, secondo il cruscotto giornaliero del nostro Ministero dell’Interno, le persone approdate nelle nostre coste sono state poco più di 67.000, cioè circa lo 0,08% dei flussi migratori complessivi: davvero una quantità irrisoria. Anche ammesso che quest’anno approdino sulle nostre coste 300.000 “migranti” e che i flussi migratori rimangano gli stessi di 2 anni fa (in verità saranno certamente superiori), tale afflusso sarebbe comunque pari allo 0,34% dei movimenti migratori mondiali: siamo sempre su quote risibili. La quantità di migranti che approdano sulle nostre coste è nulla rispetto al flusso migratorio che agita il mondo.

 

Da dove partono e dove vanno i migranti nel mondo

Presso le Nazioni Unite si trova un altro organismo, meno noto, chiamato IOM, cioè l’International Organization for Migration (Organizzazione Internazionale per la Migrazione). Questo organismo pubblica ogni 2-3 anni un rapporto, il World Migration Report (Rapporto sulle migrazioni nel mondo), la cui ultima edizione, datata 2022, è stata pubblicata il 1° dicembre 2021 e si basa in buona parte su dati del 2020[2]. Tra i molti dati contenuti, particolarmente significativa ci sembra la seguente tabella, che elenca a sinistra i principali paesi di destinazione delle migrazioni e a destra i principali paesi di origine.

Paesi di origine e di destinazione dei flussi migratori globali
FIGURA 2: paesi di destinazione (sinistra) e di origine (destra) dei flussi migratori globali nel 2020, in milioni (Fonte: IOM, World Migration Report 2022, pagina 25, figura 2)

 

Come si può notare, l’Italia si trova soltanto all’11° di questa graduatoria: molti altri paesi subiscono un flusso migratorio assai maggiore del nostro. Peraltro, qui si trovano soltanto tre paesi di provenienza indicati nel cruscotto del Ministero dell’Interno, cioè Bangladesh, Pakistan ed Egitto: ulteriore sintomo che la migrazione “da sbarco” subita dal nostro paese è assolutamente marginale rispetto ai flussi migratori complessivi. Si osservi, peraltro, come tra i maggiori paesi di origine compaiono paesi assolutamente sorprendenti, come Germania e Regno Unito!

 

Il cimitero del Mediterraneo

Sempre dallo stesso rapporto emerge un altro dato davvero sconcertante. Tra le diverse rotte migratorie, la più devastante è proprio il nostro Mare Mediterraneo. È qui che, tra il 2014 e il 2020, si è registrato il maggior numero di migranti morti al mondo. E temiamo che, se disponessimo dei dati degli ultimi due anni, le conclusioni rimarrebbero assolutamente identiche.

Morti di migranti per regione tr il 2014 e il 2020
FIGURA 3: dove i migranti muiono di più (Fonte: IOM, World Migration Report 2022, pagina 31 figura 6)

 

Da che cosa fugge questa gente?

Le persone che approdano sulle nostre coste affrontano dei viaggi pazzeschi per arrivare fino a noi. Spesso vestiti in modo inadeguato, calzando scarpe vecchie e consumate, quando non ciabatte o a piedi nudi, hanno speso una fortuna, attraversato il deserto (il più grande deserto del mondo!) e si sono imbarcati su navigli di fortuna, lasciandosi alle spalle le famiglie, i genitori, ragazze o ragazzi, talvolta mogli o mariti e figli, altre volte portandosi dietro anche questi ultimi. Come è possibile che ci siano persone che affrontano viaggi simili? Per che cosa?

Le due mappe che riproduciamo nella figura che segue, tratte sempre dal rapporto di IOM, può aiutarci a capire. Mostra i luoghi che nel 2020 sono stati travolti da calamità naturali o erano infestati da guerre. Buona parte della situazione è la medesima oggi, con un’unica assenza: l’Ucraina. Come si può notare, buona parte dei paesi da cui arrivano le persone che approdano sulle nostre coste si trovano proprio nel pieno di queste tempeste.

Disastri e guerre nel mondo nel 2020
FIGURA 4: disastri naturali e conflitti nel mondo nel 2020 (Fonte: IOM, World Migration Report 2022, pagina 53, figura 19)

 

Conclusioni

Il numero di migranti che arrivano sulle nostre coste può apparirci esorbitante. Eppure, non è che una piccola infinitesima goccia in quel turbinìo che sono i flussi migratori nel mondo. Il vero problema, semmai, è che il nostro paese si affaccia su un mare che è la più devastante e immane tomba di disperati sulla terra.

In questo articolo abbiamo voluto fornire solo qualche numero di base. Speriamo che questi numeri aiutino a comprendere che le migrazioni nel mondo sono un fenomeno immane, che non si ferma erigendo patetici steccati di legno. L’informazione prevalente è sostanzialmente un coro stonato. E i ceti dirigenti, nazionali ed europei, che sono chiamati a governare questi fenomeni, sembrano affrontarli con la lungimiranza di lombrichi ciechi.

I numeri, ci sembra, parlano da soli.

 

Mappa elaborata in Tableau Public
© L’Irriverente, 2023

 

 

 

 

[1] Il titolo può essere tradotto in italiano: Andamenti globali, migrazione forzata nel 2021. Il rapporto è disponibile al seguente link: https://www.unhcr.org/globaltrends.html.

[2] Il rapporto è scaricabile al seguente link: https://publications.iom.int/books/world-migration-report-2022.

 

 

[1] Il pdf del cruscotto è quotidianamente scaricabile al seguente link: http://www.libertaciviliimmigrazione.dlci.interno.gov.it/it/documentazione/statistica/cruscotto-statistico-giornaliero.

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