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Diseguaglianze nel mondo: una forbice sempre più aperta

Sempre più dati convergono tutti sullo stesso punto di caduta: l’% più ricco della popolazione erode enorme quantità di ricchezza alla metà più povera … non i più poveri, la metà del mondo! Davvero questo 1% ricchissimo non può fare nulla? Non ne avverte la responsabilità?

Ultimamente sono stati pubblicati moltissimi dati sul tema delle diseguaglianze. Tutti convergono nella medesima direzione: le diseguaglianze nel mondo si stanno sempre più divaricando, i poveri sono sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi. Anche noi, qualche tempo fa, ci siamo permessi di offrire il nostro piccolo contributo, proponendo un’analisi basata sui dati del World Inequality Database, nel quale mostravamo come in Italia, dagli anni Settanta a oggi, la forbice tra il 10% più ricco e la metà meno ricca di popolazione si era divaricata in modo spaventoso e come, rispetto alla crisi del 2007 e alla pandemia, il 50% più povero si è ulteriormente impoverito, mentre il 10% più dicco si è ulteriormente arricchito.

Dei molti contributi che sono usciti ultimamente ci limiteremo a proporre due grafici, uno tratto da un rapporto Oxfam e l’altro dal Report sulle retribuzioni nel mondo dell’ILO. Mentre leggete questi dati, però, tenete a mente un dato pubblicato recentemente da Spencer Stuart, una delle più prestigiose aziende di consulenza al mondo, che pubblica ogni anno un indicatore sui componenti dei consigli di amministrazione delle più importanti aziende americane[1]. In base all’ultimo rapporto, i vertici delle più importanti compagnie multinazionali statunitensi hanno ricevuto un aumento medio dei loro compensi totali del 3,4% nel 2022 rispetto all’anno precedente e del 10,5% rispetto a 5 anni prima.

 

La concentrazione della ricchezza: la popolazione più povera

L’organizzazione internazionale Oxfam pubblica una quantità di relazioni sulle diseguaglianze nel mondo. Abbiamo già commentato un rapporto sul periodo pandemico. Quello dal quale abbiamo tratto il GRAFICO 1, che segue, s’intitola La sopravvivenza dei più ricchi; il grafico si trova a pagina 8[2].

In ascissa sono indicate le percentuali di popolazione: il primo 10%, poi il successivo 10% (cioè dal 10 al 20%), fino alla quota compresa tra il 90 e il 99%, seguita dall’ultimo 1%. Le percentuali di popolazione sono ordinate, da sinistra a destra, in base alla quota di nuova ricchezza mondiale guadagnata, dai più poveri ai più ricchi.

Per ogni percentuale di popolazione ci sono due colonnine verdi: quella più chiara riporta i dati relativi a un decennio (dal 2012 al 2021), quella più scura relativa all’anno più recente (quello tra il 2020 e il 2021).

Per esempio. Il 10% di popolazione mondiale più povera è rappresentata in corrispondenza del numero 10. La loro partecipazione alla nuova ricchezza non è aumentata, è diminuita, sia che si guarda ai 10 anni, sia che si guardi al solo ultimo anno. Questa quota di popolazione non ha partecipato alla nuova ricchezza, ma ha addirittura eroso una parte della ricchezza che già aveva, oppure si è indebitata.

La quota di popolazione in corrispondenza al numero 80 è il 10% di popolazione compreso tra il 70% e l’80%. Sia che si guardi alla prospettiva di un solo anno, sia che si guardi a quella dei 10 anni, questa quota di popolazione ha partecipato a meno del 10% della nuova ricchezza prodotta nel mondo.

La diseguale distribuzione della ricchezza nel mondo secondo il rapporto Oxfam "Survival of the Richest"
FIGURA 1: la distribuzione della nuova ricchezza nel mondo (Fonte: Oxfam, Survival of the Richest, pagina 8)

 

 

La concentrazione di ricchezza: la popolazione più ricca

Il grafico mostra limpidamente come la nuova ricchezza prodotta, sia nel singolo anno, che nell’arco di 10 anni, si è concentrata sulle due ultime classi. La classe del 9% di popolazione compresa tra il 90 e il 99% ha goduto sistematicamente di oltre il 40% della nuova ricchezza prodotta. Paradossalmente, questa quota di popolazione, però, ha partecipato a meno ricchezza rispetto all’1% più ricco, che ha sistematicamente goduto di oltre il 50% della ricchezza mondiale!

Un ultimo dettaglio merita di essere posto in evidenza: tutte le classi percentuali di popolazione hanno goduto di una porzione di nuova ricchezza inferiore nell’ultimo anno rispetto agli ultimi 10 anni. Significa, che almeno nel corso dell’ultimo anno la loro condizione economica è peggiorata. L’unica classe di popolazione mondiale che ha conosciuto una condizione migliore nell’ultimo anno è quella dell’1% più ricco, la cui quota è passata da poco sopra il 50% nel corso degli ultimi 10 anni ad addirittura il 63% nel corso dell’ultimo anno!

Per farsi un’idea delle dimensioni di queste percentuali, si consideri che il 10% della popolazione mondiale equivale a 800milioni di persone, più di 10 volte la popolazione italiana; l’1% equivale a 80milioni di persone, cioè poco più della popolazione italiana, meno di un quarto della popolazione degli Stati Uniti o di un quinto di quella dell’Unione Europea e di un decimo di quella di entrambi.

 

Intanto le retribuzioni diminuiscono

Il secondo grafico che vogliamo presentare è tratto dal Rapporto Globale sulle Retribuzioni 2022-2023. Il rapporto è stato pubblicato lo scorso 30 novembre 2022 dall’ILO, l’International Labour Organization, cioè l’organizzazione internazionale dei sindacati dei lavoratori[1]. Il grafico si trova a pagina 37. Mostra la crescita annuale delle retribuzioni globali, cioè in tutto il mondo, tra il 2006 e il 2022. I dati sono rappresentati in termini reali, cioè epurati dall’effetto dell’inflazione. Fino al 2021 sono sempre state crescenti, ma prevalentemente intorno al 2%. La barra rossa considera le retribuzioni nel mondo esclusa la Cina: si noti che la barra rossa è sempre più piccola; significa che le retribuzioni in Cina, in questi anni, sono cresciute di più che nel resto del mondo.

Il dato più impressionante è quello del 2022: le retribuzioni sono diminuite in tutto il mondo! E questo, nonostante il PIL mondiale, cioè la ricchezza prodotta in tutto il mondo, sempre in termini reali, sia cresciuta del 2,4%[2]! Significa che c’è qualcuno che si è accaparrato non solo l’intero 2,4% della ricchezza prodotta, ma anche lo 0,9% di salari che sono stati diminuiti! E chi sarà mai?

… ai posteri l’ardua sentenza[3]

 

Le variazioni annue delle retribuzioni mensili reali nel mondo secondo il Global Wage Report dell'Interntional Labour Organization 2022-23)
FIGURA 2: le variazioni annue delle retribuzioni mensili nel mondo (Fonte: International Labour Organization, Global Wage Report 2022-23, pagina 37)

 

E l’Italia?

L’ultimo grafico che vogliamo presentare è tratto sempre dal rapporto dell’ILO, ma questo si trova a pagina 52. Presenta l’andamento delle retribuzioni in termini reali (cioè, lo ricordiamo, al netto dell’inflazione) in 9 paesi del G20 tra il 2008 e il 2022. Tra questi c’è anche l’Italia. Provate a indovinare qual è? … Probabilmente avrete indovinato: è proprio la linea marrone che finisce più in basso. In questo periodo di tempo le retribuzioni reali in Italia sono calate costantemente, tanto da diminuire di oltre il 10% in 15 anni! Ora, spesso si attribuisce questo dato al fatto che il PIL in termini reali in Italia non cresce da tantissimo tempo. Ed è vero. Ma, tanto per fare un esempio, tra il 2008 e il 2019 (cioè prima della pandemia) il PIL italiano, in termini reali (dati Istat) è diminuito del 2,8%, mentre le retribuzioni del 5% …

E dunque? Dov’è andata la differenza?

Indice delle retribuzioni reali nei paesi del G20 secondo il Global Wage Report 2022-23 dell'International Labour Party
FIGURA 3: l’indice delle retribuzioni medie reali nei paesi del G20 (Fonte: International Labour Organization, Global Wage Report 2022-23, pagina 52)

 

Conclusioni

Alla fine, il punto vero è che tutti i dati convergono su uno stesso punto: la divaricazione spaventosa e lancinante delle differenze tra ultra-ricchi e la metà della popolazione più povera. Nel suo rapporto, Oxfam propone la tassazione dei più ricchi. Per avvalorare la propria tesi, mostra come in molti paesi (soprattutto tra quelli emergenti, però!) la tassazione decresca con la ricchezza. Eppure, rimaniamo convinti che questa soluzione non può funzionare.

Nei giorni scorsi si è riunito a Davos il World Economic Forum. Si tratta di un consesso in cui si riuniscono tutti gli uomini più influenti ed economicamente potenti del mondo. Questi uomini avrebbero i mezzi economici, gli strumenti pratici e le capacità organizzative per creare un fondo da loro finanziato e da loro gestito, che potrebbe, da solo, affrontare e risolvere molti di questi problemi (… se non tutti …). Come una sorta di auto-tassazione volontaria. Come facevano gli antichi uomini facoltosi ai tempi dell’Impero Romano.

Credete che l’abbiano fatto?

Il problema è sempre nella testa delle persone, nella cultura dei ceti dirigenti. È lì che si deve agire.

 

 

© L’Irriverente, 2023

 

 

 

[1] Il rapporto è in inglese e si intitola Global Wage Report 2022-2023 e può essere liberamente scaricato dal sito dell’ILO al seguente link: https://www.ilo.org/digitalguides/en-gb/story/globalwagereport2022-23.

[2] Questo dato è riportato nello stesso rapporto a pagina 26 nel grafico 2.1, che non riproduciamo.

[3] Non facciamo il confronto tra l’aumento dei compensi del top management delle aziende che abbiamo dato all’inizio e questi dati sulle retribuzioni per la semplice ragione che il confronto sarebbe improprio: mentre il primo è riferito alle sole aziende statunitensi, questo è riferito al mondo.

 

 

 

[1] Il rapporto (in inglese) 2022 U.S. Spencer Stuart Board Index è liberamente scaricabile sul sito di Spencer Stuart al seguente link: https://www.spencerstuart.com/research-and-insight/us-board-index.

[2] Il rapporto, pubblicato lo scorso 16 gennaio 2023, è in inglese, il titolo originale è Survival of the Richest ed è liberamente scaricabile al seguente link: https://www.oxfam.org/en/research/survival-richest.

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