L’Istat ha pubblicato i dati relativi all’andamento dei prezzi nell’industria nel mese di dicembre 2022[1]. I dati solo eloquenti per capire anche ciò che accade all’inflazione. Riproduciamo qui di seguito il grafico che ci sembra più eloquente della nota stampa diffusa dall’Istat.
Il grafico illustra l’andamento dell’indice dei prezzi industriali dal 2017 a oggi. Fino al 2020 i prezzi industriali (linea rossa) hanno oscillato intorno a un indice 100 (la linea nera in basso). Il punto più basso è stato conosciuto appena prima della pandemia, alla fine del 2019, quando l’indice si è avvicinato a 96. Poi ha cominciato a salire e ha preso la spinta alla fine del 2020. Da allora i costi industriali hanno cominciato a crescere in modo esorbitante, tanto che oggi sono sopra indice 160, cioè sono abbondantemente più che raddoppiati, quasi triplicati.
Si penserà che le cause siano tutte esterne: c’è la crisi della globalizzazione, della circolazione dei beni (soprattutto per le chiusure in Cina), c’è la guerra in Ucraina … macché! La causa è tutta dei prezzi interni. I costi esteri (linea tratteggiata verde) sono cresciuti, sì, ma infinitamente meno, nell’ordine del 20%. I prezzi che sono cresciuti del 180% sono tutti interni! È la produzione interna che costa sempre più un finimondo. E non perché oggi l’energia costa un disastro (e non sarebbe neanche tanto vero … vedi il nostro articolo sugli effettivi costi di produzione dell’energia). I costi interni alla produzione, infatti, hanno cominciato a crescere a dismisura sul finire della pandemia. È lì il problema!
Il grafico pone, in conclusione, due questioni per certi aspetti angosciose. La prima è che non ci si può sorprendere se in Italia l’inflazione si dimostra più resiliente che altrove. La seconda è che, piaccia o non piaccia, il grafico ci dice che il nostro sistema produttivo è di un’inefficienza spaventosa rispetto all’estero. Come può durare a lungo la nostra economia in condizioni simili? Non sarà il caso di darsi una politica industriale seria?
© L’Irriverente, 2023
[1] I dati sono disponibili al seguente link: https://www.istat.it/it/archivio/280238.
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