Lo scorso 16 giugno l’Istat ha comunicato i dati definitivi sull’inflazione nel mese di maggio. Abbiamo già commentato i risultati generali (puoi trovare l’articolo a questo link). Vogliamo qui approfondire l’andamento dei prezzi dell’arredamento e dei servizi sanitari. Si tratta di classi di prodotto il cui indice di prezzo è stato piuttosto stabile in questi anni: da gennaio 2016 a oggi (l’intervallo di tempo che stiamo prendendo in considerazione) è cresciuto meno del 9%. In base ai dati pubblicati dall’Istat lo scorso giugno, sono quattro classi di prodotto che hanno manifestato questo comportamento:
- Lo spettacolo e la cultura sono cresciuti da gennaio 2016 solo dello 0,9%, la stessa crescita che si è registrata nell’ultimo anno.
- I servizi sanitari da gennaio 2016 sono cresciuti del 3,2% e nell’ultimo anno dello 0,8%.
- L’abbigliamento da gennaio 2016 è cresciuto del 3,8% e nell’ultimo anno dell’1,6%.
- L’arredamento da gennaio è cresciuto del 6,2% e nell’ultimo anno del 4,5%.
Illustriamo l’andamento di questi indici nel GRAFICO 1. Abbiamo escluso dal grafico lo spettacolo e la cultura, il cui andamento ciclico rischiava di disturbarne la comprensione (puoi vederlo in questo articolo).
Come si può notare ogni classe di prodotto ha un po’ una sua storia. In questo articolo approfondiamo i prezzi dell’arredamento e dei servizi sanitari.
ANDAMENTO GENERALE DEI PREZZI DELL’ARREDAMENTO E DEI SERVIZI SANITARI
Arredamento e servizi sanitari mostrano un andamento sensibilmente diverso. I servizi sanitari sono rimasti con un indice sostanzialmente fermo da gennaio 2016 fino all’inizio del 2019. Poi hanno cominciato a crescere. Tuttavia, si tratta di una crescita molto modesta, nell’ordine dello 0,8% annuo. Negli ultimi due mesi la crescita è stata appena più rapida: rispetto al mese precedente (aprile) l’indice è cresciuto dello 0,1%, che significa che se l’indice continuasse a crescere così per i prossimi 11 mesi avremmo un aumento annuo dell’1,2%. Siamo decisamente nell’ambito di variazioni assolutamente fisiologiche.
Molto più critico, invece, è il comportamento dei prezzi dell’arredamento. Come si può notare dal grafico, i prezzi sono rimasti stabili fino a ottobre del 2019. Da quel momento sono cresciuti persistentemente, per due anni, ma a un tasso di crescita molto modesto, simile a quello dei servizi sanitari (0,7% annuo). Negli ultimi due mesi, invece, l’indice si è visibilmente impennato: tra marzo e maggio è cresciuto dell’1,2%. Se l’indice continuerà a crescere così fino a marzo dell’anno prossimo, l’aumento annuo sarà pari al 7,7%, una crescita decisamente molto preoccupante.
I prezzi dell’arredamento
Come mostra il GRAFICO 2, negli ultimi mesi tutte le componenti dell’arredamento sono cresciute molto sensibilmente. Lo hanno fatto i mobili, che dal 2016 hanno subìto un costante aumento dei prezzi, aumento che ha conosciuto una particolare accelerazione a partire dallo scorso dicembre. Rispetto al mese precedente (aprile) sono aumentati dello 0,6%, che significa che su base annua, se l’aumento dovesse proseguire così fino a maggio dell’anno prossimo, registreremmo un aumento annuo prossimo all’8%.
Ma anche gli articoli tessili per la casa, rimasti stabili fino allo scorso agosto, nell’ultimo mese hanno conosciuto una crescita dello 0,39%, che su base annua significherebbe un aumento del 4,8%. Ancora più significativo è il caso degli elettrodomestici. Pur con un andamento molto irregolare, il loro prezzo, rispetto all’inizio del 2016, è calato. Tuttavia, dallo scorso novembre sono stati quasi in costante crescita e nell’ultimo mese si è registrato un aumento dello 0,41%, che si proietta in una crescita annua del 5,1%.
Due casi singolari: apparecchi di riscaldamento e condizionatori d’aria, macchine da caffè
Il GRAFICO 3 illustra il comportamento degli indici di prezzo di due segmenti di prodotto il cui andamento è davvero particolare.
Da una parte sono raggruppati insieme gli apparecchi di riscaldamento e i condizionatori d’aria. In questo modo l’Istat intende cercare di mitigare gli effetti stagionali. Questi prodotti hanno conosciuto un calo lievemente costante fino a tutto il 2018. Dal 2019, il comportamento ha cominciato a essere decisamente più imprevedibile, con continue e repentine inversioni di tendenza, aumenti o diminuzioni estremamente drastiche. Tuttavia, possiamo riscontrare una tendenziale diminuzione dei prezzi da dicembre 2018 ad agosto 2019 e, da quel momento, una quasi costante e sensibile risalita. Da allora, l’indice dei prezzi è salito di quasi il 28%, che significa a un tasso del 9% annuo. Davvero un aumento dei prezzi sconcertante.
Il caso delle macchine da caffè è forse ancora più sorprendente. I prezzi sono stati in continuo e costante calo fino a dicembre 2020. Da allora l’aumento è stato vertiginoso: in un anno e mezzo i prezzi sono cresciuti del 18%, cioè a un tasso del 12% annuo. Nell’ultimo mese, addirittura, i prezzi sono cresciuti dell’1,2%: se l’aumento dovesse confermarsi fino a maggio dell’anno prossimo, registreremmo un incremento dei prezzi del 16%!
CONCLUSIONI
Se nel caso dei servizi sanitari non si sono registrati impatti né della pandemia né della guerra (e nel primo caso è particolarmente ammirevole), con aumenti di prezzo sostanzialmente contenuti e fisiologici, non altrettanto si può dire per l’arredamento. In questo settore si riscontrano da tempo aumenti di prezzo davvero anomali. Non si può dire che si tratti di comportamenti speculativi rispetto alla pandemia o alla guerra. L’aumento dei prezzi in questo settore è precedente alla pandemia. Ha peculiarità sue proprie, che tuttavia meritano di essere monitorate, in quanto piuttosto anomale rispetto all’andamento generale dei prezzi.
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