In questi giorni i giornali italiani, di tutte le risme, sono stati infestati dalla polemica sul prezzo della benzina che avrebbe raggiunto i 2 euro al litro. I grafici che seguono consentono di farsi un’idea di quale sia la situazione reale.
GRAFICO – numero percentuale di distributori praticanti un prezzo di almeno 2€/litro (Fonte: l’Irriverente su dati del Ministero per le Imprese e il Made in Italy)
Quanti distributori praticano davvero un prezzo della benzina di almeno 2 euro al litro?
I grafici mostrano quanti distributori hanno praticato un prezzo della benzina superiore o uguale a 2 euro al litro tra il 6 ottobre 2021 e il 4 gennaio 2023. Il numero è espresso come percentuale del totale dei distributori aperti in quella data. I grafici si basano sui dati pubblicati ogni giorno sul sito del Ministero per le Imprese e il Made in Italy (quello comunemente noto come Ministero per lo Sviluppo Economico; i dati aggiornati sono pubblicati quotidianamente al seguente link). I quattro grafici, per la verità, si riferiscono ai due carburanti principali e ai due modi in cui il carburante è offerto: benzina e gasolio, offerti in forma self-service o servita.
Come si può notare, in tutto il periodo considerato, ci sono sempre stati distributori che hanno praticato un prezzo di 2 euro, soprattutto in forma servita. Anzi, ci sono stati periodi in cui il prezzo di 2 euro al litro, era prevalente. Ciò è accaduto dopo lo scoppio della guerra di aggressione della Russia all’Ucraina, nel mese di marzo, e tra la fine di giugno e l’inizio di luglio. In entrambi i casi, il prezzo del petrolio aveva raggiunto i suoi massimi. In quel periodo oltre il 90% dei distributori praticava almeno un prezzo di 2 euro al litro.
Ora, invece, i prezzi da 2 euro al litro si sono concentrati soprattutto nella forma servita, dove questa cifra ha caratterizzato soprattutto il prezzo del gasolio in oltre la metà dei distributori e circa il 40% per la benzina. Nella forma self-service, invece, questo prezzo si riscontra in non più del 2% dei distributori.
Conclusioni
Come abbiamo già osservato (vedi l’articolo sugli aumenti del prezzo della benzina), gli aumenti, in seguito al ritorno integrale delle accise, ci sono stati, ma non sono stati affatto così drammatici come si vuole a tutti i costi raccontare in giro. Le polemiche montate in questi giorni in molti media sono sinceramente patetiche, perché montate sul nulla. È sinceramente sconsolante una stampa che così lapalissianamente dimentica il suo ruolo (quello di informare), per nutrire la pancia di lettori e ascoltatori con panzane prive di fondamento.
Noi ci permettiamo di suggerire due banali comportamenti che possono aiutare a evitare cattive sorprese, quando ci si reca a fare il pieno. Il primo è di preferire la forma self-service a quella servita; la seconda è di controllare i prezzi esposti, prima di servirsi presso il distributore.
Rimane l’assurdità di aver riportato le accise dei carburanti al loro pieno valore in un momento di forte tensione inflazionistica. Una castroneria assolutamente sesquipedale, una conferma dell’inettitudine dei ceti dirigenti della politica del nostro paese. Ci sarà mai qualcuno che avrà il serio coraggio di fare una serie e profonda revisione delle poste che costituiscono la spesa pubblica del nostro paese e la smetterà di sistemare il bilancio dello Stato con mezzucci da mezze-calzette?
Grafico realizzato in Tableau Public
© L’Irriverente, 2023
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