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Prezzo benzina: alla fiera delle assurdità

Il prezzo della benzina in Italia è tra i più alti in Europa: ma com’è possibile se l’Italia è uno dei maggiori produttori di carburanti del continente?

È notorio che il prezzo della benzina in Italia è tra i più alti in Europa. Ed è vero. Si dice spesso: il problema sono le tasse che gravano su circa la metà del prezzo. Ed è vero. Ma non è tutto. Il livello di tassazione sui carburanti (come sui prodotti energetici in generale) rasenta la criminalità legalizzata. Ma in verità, il livello del prezzo della benzina in Italia è assurdo anche se si considera il solo cosiddetto prezzo industriale, cioè escludendo le tasse. Circostanza che dimostra che non solo la politica, ma anche il ceto dirigente industriale del comparto è caratterizzata da anni da un tale livello di inettitudine, nel migliore dei casi, da lasciare sbigottiti. Se non inorriditi.

Per chiarire il quadro, affronteremo il tema da due punti di vista. Anzitutto il posizionamento del prezzo della benzina in Italia, rispetto gli altri paesi europei, sulla base del Bollettino settimanale della Commissione Europea. Quindi affronteremo il tema della produzione della benzina in Italia, secondo i dati pubblicati nel Data Book 2021 (l’edizione più recente) di UNEM, l’associazione che raggruppa le aziende petrolifere italiane. Si tratta di una pubblicazione davvero ricca di informazioni e che fa onore all’organizzazione e all’industria per la trasparenza rispetto al mercato (non sono tanti, onestamente, così disposti a fornire una simile mole di informazioni, esponendosi così anche a critiche, come quelle che solleveremo in questo articolo!

 


INDICE
  1. Il posizionamento del prezzo della benzina in Italia, rispetto agli altri paesi europei
  2. Il posizionamento del prezzo industriale
  3. Le caratteristiche del mercato italiano
  4. Consumi, importazioni ed esportazioni
  5. Ma allora, perché ci facciamo costare tanto il carburante?

1. Il posizionamento del prezzo della benzina in Italia, rispetto agli altri paesi europei

Sulla base dei dati pubblicati settimanalmente dal Bollettino della Commissione Europea[1], abbiamo preparato il GRAFICO 1. Il grafico si basa sui dati pubblicati il 21 marzo 2022 (riferiti, quindi alla rilevazione dei prezzi effettuata la settimana precedente), circa un mese dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Illustra il livello del prezzo della benzina medio in ciascun paese dell’Unione (convertito in euro, nel caso di paesi non aderenti alla moneta unica), ordinando i paesi dal più economico al più caro. Il prezzo della benzina è diviso in due parti: la parte inferiore costituisce il cosiddetto prezzo industriale, cioè il prezzo della benzina al netto delle tasse (tasse escluse, per intendersi); la seconda componente è costituita proprio dalle tasse. L’insieme dei due elementi è il cosiddetto prezzo alla pompa, cioè il prezzo della benzina che si paga al distributore (è il prezzo sulla base del quale i dati sono stati ordinati). La Commissione effettua settimanalmente una rilevazione in un campione rappresentativo di distributori in tutti i paesi dell’Unione e fornisce quindi un prezzo medio, che è quello rappresentato nel grafico.

 

Il 25 marzo 2022 l'Italia aveva il 3° prezzo medio più caro della benzina in Europa
GRAFICO 1 – Fonte: L’Irriverente su dati del Weekly Oil Bulletin della Commissione Europea (21 marzo 2022)

 

Come si può notare, l’Italia è terzultima sulla destra. Significa che il prezzo della benzina praticato in Italia è palesemente tra i più alti in Europa. Solo in Germania e in Olanda il prezzo della benzina è più alto rispetto a quello italiano. Si dirà: tutta colpa delle tasse!!!!! In verità il grafico mostra che non è così.

2. Il posizionamento del prezzo industriale

Se focalizziamo l’attenzione sul cosiddetto prezzo industriale, cioè, lo ricordiamo, il prezzo tasse escluse, il posizionamento dell’Italia migliora molto relativamente. Nel GRAFICO 2 abbiamo isolato il prezzo industriale e, come si può notare, l’Italia finisce quartultima, guadagna una sola posizione, dal momento che prezzi più alti si riscontrano non solo in Germania e Olanda, ma anche in Spagna.

 

GRAFICO 2 – Fonte: Weekly Oil Bulletin della Commissione Europea (dati del 21 marzo 2022)

 

Non c’è dubbio, dunque, che l’incidenza fiscale sul prezzo della benzina sia un’enormità (circa la metà di quanto viene pagato al distributore). Ma i dati dimostrano che c’è un problema anche sul versante industriale: perché mai Francia e Austria riescono a praticare un prezzo della benzina inferiore a 1 euro al litro e l’Italia no? E come fa l’Ungheria a praticare addirittura un prezzo della benzina inferiore a 80 centesimi al litro?

3. Le caratteristiche del mercato italiano

Spesso di pensa: beh, in Italia non abbiamo petrolio, per forza la benzina ci costa un salasso … Tutto questo è vero. Ma fino a un certo punto. Per chiarirlo riportiamo una serie di dati tratti dal Data Book 2022 pubblicato dall’UNEM sul proprio sito[2].

Anzitutto, scopriamo che, per quanto sia vero che in Italia di petrolio quasi non ce ne sia goccia, tuttavia abbiamo una delle più elevate capacità di raffinazione in Europa (tavola 54 del Databook, qui riprodotta nella TABELLA 1). Nel 1980 avevamo la più elevata capacità di raffinazione in assoluto, 171 milioni di tonnellate di capacità di raffinazione primaria, contro le 167 della Francia e le 151 della Germania. Rispetto ad allora, nel 2021 la nostra capacità di raffinazione si è sostanzialmente dimezzata, siamo scesi a 87 milioni di tonnellate l’anno, cosicché la Germania, scesa solo a 103, ci ha superato. Ma rimaniamo comunque i secondi in Europa, con una capacità che continua a essere superiore, ad esempio, a quella della Francia, precipitata a 62 milioni, o alla Spagna, uno dei pochi paesi in lieve risalita dai 72 milioni del 1980 ai 74 del 2021. Conclusione: se è vero che non abbiamo petrolio, siamo però leader in Europa per raffinazione, cioè nella produzione di derivati del petrolio. Quindi siamo leader anche nella produzione di benzina….

 

TABELLA 1 – Fonte: UNEM, Data Book 2022

4. Consumi, importazioni ed esportazioni

Cosaaaa????????? L’Italia leader in Europa nella produzione di benzina??????
Sì, è proprio così. Non abbiamo petrolio, ma abbiamo una grande quantità di impianti di raffinazione, per cui, di fatto, la quasi totalità della benzina che consumiamo ce la facciamo in casa. Anzi. Più della metà della benzina che produciamo, addirittura la esportiamo! Una stramberia? Ecco i dati offerti dal Data Book 2022. Secondo la tabella 74 del Databook (qui riprodotta nella TABELLA 2), nel 2020 l’Italia ha importato 364 migliaia di tonnellate di benzina; ma dalla seguente tabella 75 (qui riprodotta nella TABELLA 3), nello stesso anno ne ha esportate 6.264 migliaia di tonnellate. Cioè, la quantità di benzina che esportiamo è immensamente superiore a quella che importiamo (quasi di 20 volte!).

 

TABELLA 2 – Fonte: UNEM, Databook 2022
TABELLA 3 – Fonte: UNEM, Data Book 2022

 

Se confrontiamo questi dati con quelli relativi al consumo di benzina per auto, perveniamo esattamente alle stesse conclusioni: secondo la tabella 78 del Databook (qui riprodotta nella TABELLA 4), nel 2020 i consumi di carburante per auto in Italia sono ammontati a 5.785 migliaia di tonnellate. In altri termini, del carburante che consumiamo in Italia, solo il 6% è importato dall’estero, mentre il carburante che esportiamo è addirittura superiore dell’8% rispetto a quello che consumiamo, il che significa che quasi il 55% del carburante che produciamo lo vendiamo all’estero!!!! C’è ancora qualche dubbio sul fatto che sul mercato della benzina siamo dei leader assoluti in Europa?

 

TABELLA 4 – Fonte: UNEM, Data Book 2022

5. Ma allora, perché ci facciamo costare tanto il carburante?

Proviamo a tirare le fila: se siamo tra i maggiori produttori ed esportatori di benzina in Europa e negli altri paesi d’Europa il prezzo industriale è inferiore che da noi, c’è qualcosa che decisamente non torna … o no? Ci sarà pure qualche paese in Europa che importa il nostro carburante? E i nostri produttori sono in grado di offrire loro un prezzo della benzina più conveniente rispetto a quello che praticano da noi? Com’è possibile questo? È come se la pasta Barilla costasse meno in Francia che nei nostri supermercati … non avrebbe proprio senso!!!! Quando si verificano fenomeni di questo genere, due sole sono le spiegazioni possibili. O ci sono dei problemi di concorrenza (cioè le aziende fanno tra loro un cartello più o meno tacito per non farsi concorrenza e fissare prezzi taroccati verso l’alto); oppure l’industria produttiva e distributiva è gestita da dei tali precipitati di sciamannata inefficienza, che i costi di tale sciamanneria ricadono sui consumatori. O entrambe le cose…

Proveremo ad approfondire la questione in un prossimo articolo.
(si può trovare l’approfondimento al seguente link).

© 2022 L’Irriverente

 

 

[1] I dati sono liberamente disponibili al seguente link: https://energy.ec.europa.eu/data-and-analysis/weekly-oil-bulletin_en.

[2] Il volume è liberamente scaricabile in formato pdf dal sito dell’associazione: https://www.unem.it/pubblicazioni/.

[3] Particolarmente impressionante è il fatto che dal 2018 al 2020, cioè da ben prima della pandemia, la produzione di interna di benzina è stata sistematicamente superiore al triplo rispetto ai consumi interni!

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