Sulla base del comma 59 della legge n. 124 del 4 agosto 2017 (sottoposta a sistematici emendamenti nel corso degli anni successivi), il 10 gennaio 2024, cioè praticamente tra un anno, verrà abolita la cosiddetta Tariffa del Servizio di Maggior Tutela. Cerchiamo di chiarire di che cosa si tratta, in che cosa consista la sua importanza e perché la si vuole abolire.
Anno 2007: nasce il mercato libero dell’energia … ma anche no
Nel 2007 il mercato dell’energia elettrica e del gas fu liberalizzato. Fino a quel momento la tariffa, sia di energia elettrica che di gas, era uguale per tutti e nessuno poteva scegliere né l’operatore né la tariffa della propria utenza. Nel 2007, con la liberalizzazione del mercato, ogni utente poté scegliere la tariffa che preferiva dall’operatore che preferiva. La tariffa di Stato, tuttavia, non fu abolita. Venne conservata e chiamata Tariffa del Servizio di Maggior Tutela. L’introduzione della Tariffa del Servizio di Maggior Tutela era in totale contraddizione con lo spirito della liberalizzazione di un mercato: se gli utenti possono scegliere tra le diverse offerte in un mercato libero e concorrenziale, che senso ha conservare una sorta di tariffa di Stato? Quel nome poi era tutto un programma: se esiste una tariffa, stabilita dallo Stato, che garantisce la massima tutela possibile (… ma da che cosa, poi??????), perché mai dovrei andarmi a cercare una tariffa sul mercato libero, che quelle tutele non le garantisce affatto?????
Come che sia, lo scopo della Maggior Tutela, in verità, non era così malvagio. Nel momento in cui il mercato fu liberalizzato, tutte le utenze (cioè, tutte le famiglie che godevano di una fornitura di energia elettrica o di gas) furono collocate nella Tariffa del Servizio di Maggior Tutela e da quel momento poterono scegliere di sottoscrivere una tariffa a loro piacimento sul mercato libero, da un operatore a loro scelta. La Tariffa del Servizio di Maggior Tutela aveva quindi l’intento di consentire alle famiglie di darsi il tempo per conoscere il mercato e scegliere la tariffa preferita sul mercato libero.
Le caratteristiche della Tariffa del Servizio di Maggior Tutela
La Tariffa del Servizio di Maggior Tutela è complicatissima. Viene stabilita e aggiornata ogni tre mesi dall’Autorità che regola il mercato (ARERA). Cerca di tener conto dell’andamento del costo delle diverse fasi di produzione e distribuzione dell’energia, in modo da garantire agli operatori la copertura dei costi e alle famiglie un prezzo ragionevole. Nella sostanza, la tariffa è costituita da quattro elementi:
- Un costo fisso annuo, che potremmo considerare come l’affitto del contatore;
- Un costo a consumo a scaglioni: si tratta di un prezzo per ogni unità di energia consumata. Questo costo è pari a centesimi di euro per chilowattora (kWh) per l’energia elettrica o per metrocubo standard (smc) per il gas. È un po’ l’equivalente del prezzo al chilo per il pane. Tuttavia, questo costo a scaglioni aumenta al crescere del consumo. In altri termini, per fare un esempio di fantasia, per i primi 100 kWh spendo 5 centesimi (per kWh), per i successivi 100 ne spendo 6,5 e per i successivi 200 ne spendo 7 … e così via.
- Un costo a consumo semplice, cioè un costo in centesimi per kWh o per smc fisso (cioè, non a scaglioni). Una parte di questo costo è il cosiddetto prezzo dell’energia, che intende coprire il costo dell’approvvigionamento o della produzione, da parte degli operatori, della singola unità di energia (altre componenti, per esempio, ne remunerano il trasporto attraverso le reti).
La fine del Servizio di Maggior Tutela nel 2024
Già da questo quadro, peraltro estremamente semplificato, ci si renderà conto che la Tariffa del Servizio di Maggior Tutela è un guazzabuglio. Nessuno, che non sia uno specialista, per quanto istruito, potrebbe capirci un accidenti. E in effetti, dubito che, tra gli attuali utenti della Tariffa del Servizio di Maggior Tutela, ce ne sia qualcuno che sia in grado di decifrare il senso della bolletta che riceve: la paga e buonanotte al secchio! Ci si fida del fatto che ARERA stabilisca il prezzo in modo equo e che il proprio fornitore la applichi correttamente.
Questa tariffa, tuttavia, era intesa come una soluzione temporanea che avrebbe dovuto traghettare famiglie e utenze verso il mercato libero. Per questa ragione, da tempo, la si vorrebbe abolire.
Ma c’è ancora qualcuno che adotta la Tariffa del Servizio di Maggior Tutela?
Secondo l’ultimo Monitoraggio del mercato retail, pubblicato da ARERA lo scorso ottobre[1], ad aprile 2022 il numero di utenze domestiche che ancora usufruivano della Tariffa del Servizio di Maggior Tutela erano poco più di 12 milioni per l’energia elettrica e meno di 10 milioni per il gas, sostanzialmente un terzo del totale delle utenze per entrambi i casi. È un numero in costante calo, naturalmente, ma non si può certo dire che ci sia stata una corsa delle famiglie verso il mercato libero. Dopo 15 anni dalla liberalizzazione del mercato, circa un terzo delle famiglie italiane non ha familiarizzato punto con quel mercato e continua a preferire una tariffa di Stato piuttosto che avvicinarsi a un mercato di cui o non si fida o che non considera conveniente. Non certo un successo per la liberalizzazione …
Si potrebbe pensare che, in una situazione simile, l’abolizione della Maggior Tutela costituirebbe una positiva spinta del mercato. Ma il vero punto è: perché le famiglie non si orientano spontaneamente verso il mercato libero? Non sarà forse, piuttosto, che è il mercato libero, per come è fatto, a tenere lontane le famiglie? Non potrebbe essere più opportuno intervenire prima sul mercato, affinché diventi davvero attrattivo per le famiglie?
grafico elaborato in Tableau
© L’Irriverente, 2022
[1] Il rapporto è scaricabile al seguente link del sito di ARERA: https://www.arera.it/it/docs/22/490-22.htm.
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